Le strutture pubbliche si stanno adoperando per far fronte al caro energia: la scuola ricorrerà alla settimana corta per ridurre i consumi?
Dopo la pausa estiva gli studenti di tutta Italia faranno il loro rientro a scuola. Oltre 7 milioni di studenti e studentesse faranno rientro nelle aule per affrontare il nuovo anno scolastico 2022/2023. Le scuole riaprono, e gli studenti a fare rientro dietro i banchi sono 7.286.151.
Dopo aver affrontato la situazione di pandemia, all’interno delle classi gli studenti ed il personale didattico dovrà affrontare la questione legata al caro bollette. Una prima ipotesi era quella di stabilire la settimana corta per risparmiare energia. Pare però che l’idea sia sfumata.
Secondo quanti dichiarato dal ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, la scuola dovrebbe essere l’ultima istituzione a doversi preoccupare del caro energia. “Il governo non ne ha mai parlato perché siamo convinti che tutti dobbiamo affrontare le problematiche del caro energia, ma la scuola sia l’ultima, abbiamo già dato al paese”, dice Bianchi.
E continua: “Le scuole devono essere le ultime su cui intervenire in merito ai temi energetici, dopodiché c’è l’autonomia della scuola: se una decide, può farlo, ma si parta dalla didattica”. Per quanto riguarda lo stop del sabato per risparmiare, Bianchi ha risposto: “Io non ho mai chiesto chiusure, ma il mio principio è: si parta dalle esigenze dei ragazzi e di garantire un servizio nel modo migliore”.
Il problema degli insegnanti
Il ministro dell’istruzione ha affrontato anche la questione sulla carenza degli insegnanti. “Non mancano gli insegnanti. Abbiamo mantenuto il numero di docenti che avevamo prima del Covid, nonostante una forte riduzione degli studenti. Tra il 2021 e oggi sono stati persi quasi 200mila studenti. Abbiamo 801mila insegnanti e 650mila a tempo indeterminato”.
Infine conclude: “Rimangono 45mila insegnanti a tempo determinato perché sostituiscono quelli che vanno in aspettativa: rappresentano il 5%. Diversamente dagli altri anni, abbiamo tutti quelli di ruolo e quelli a tempo determinato. È la scuola della ripartenza. Tutto il paese ha bisogno di ripartenza, di guardarsi negli occhi. Il governo ha ritenuto che la fase di emergenza fosse conclusa. Abbiamo perso molto. Ma siamo pronti per ogni evenienza. Teniamo monitorata la situazione in ogni parte del paese”, dice.